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Caroline Baglioni, in lungo abito violaceo, sorge dal buio fitto con in braccio un cumulo di scarpe: stringe le strade che lei e suo zio hanno percorso separati e distanti e che ora diventano una comune, il palcoscenico. Tutte hanno una storia da raccontare, seduzioni, intimidazioni, sottomissioni, provocazioni, e rivelano la grammatica di un’appartenenza sociale fatta di asimmetrie, contrasti, divisioni. Quelle scarpe sono un incantesimo per far muovere il fantasma del loro proprietario, suggerendone inevitabilmente l’assenza
Matteo Brighenti
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